Voci di corridoio dicono che il Comune sta progettando la tanto sospirata pista ciclabile da Finalborgo a Finalmarina.
Di per sé è una bella notizia, ma come tutte le notizie bisogna guardaci dentro. Ecco quindi la sorpresa: la pista che correrebbe in via Dante dovrebbe prendere il posto dell’attuale marciapiede, che ovviamente dovrebbe restringersi; per poter utilizzare quindi questa sede, si prevede di abbattere tutti i bellissimi pini che attualmente hanno dimora su questo marciapiede. Sconcertano i commenti a questo “disboscamento”: <così si risolvono i problemi di sicurezza: non si dovrà più verificare la staticità degli alberi, non dovrà essere attuata la potatura per impedire ai rami più bassi di invadere la sede stradale (che deve essere mantenuta libera fino ad una altezza di 4 mt.), non si dovrà più spazzare gli aghi di pino che ad ogni colpo di vento cadono, non ci saranno più le radici che deformano il manto stradale.>
Viene quasi da pensare che la pista ciclabile sia un mezzo per poter finalmente aver ragione di questi alberi che danno solo “problemi”….a questo proposito il pensiero corre a quanto successo nel porto di Finale: una trentina di tamerici sono state tagliate alle radici e la giunta ha motivato l’intervento perché queste piante, tipiche della nostra zona mediterranea ed uniche a sostenere i venti salmastri, hanno delle infiorescenze molto leggere e sottili che vanno ad intasare ombrinali e pompe di sentina delle imbarcazioni ormeggiate, con (udite, udite) gravi pericoli di affondamento delle imbarcazioni stesse; personalmente pur amando il mare più di ogni altra cosa non possiedo un’imbarcazione in quanto non ho il tempo necessario da dedicarci, comunque la visiterei periodicamente e sono sicuro che quanto previsto sagacemente dagli organi portuali, non succederebbe.
Ritornando alla pista ciclabile, come è mio uso dopo le critiche propongo delle scelte ragionate:
la pista ciclabile posta sul lato sinistro (percorrendo Via Dante da monte a mare) non va bene.
Così prevista la corsia dovrebbe attraversare tutte le intersezioni con le strade afferenti a Via Dante (e sono circa una quindicina in meno di un kilometro), vanificando lo scopo per la quale dovrebbe essere istituita e cioè la sicurezza dei ciclisti. Quindi spostandola sull’altro lato, preferibilmente a sbalzo sul torrente Pora, si risolverebbero tutti i problemi: maggiore sicurezza per i ciclisti, salvaguardia del patrimonio arboreo della nostra città e chi userà la bici per spostarsi avrà un panorama gradevole sul torrente e sul monte della Caprazoppa. In seguito alla realizzazione del nuovo ponte sul Pora potrà essere previsto un sottopasso per la pista in corrispondenza del medesimo, prevedendo anche la continuazione della pista tra via Dante e la stazione sempre lungo il torrente. Bisogna programmare questi interventi anche per i prossimi anni senza dover tornare sulle cose fatte, come succede senza un piano a lungo termine. Comprendo il maggior costo dell’intervento ma ritengo che questo possa trarre il finanziamento attraverso gli oneri che dovranno essere versati per l’intervento edilizio in area Piaggio.
Cito Wikipedia:
“In ambito urbano, spesso le piste ciclabili vengono usate impropriamente comeparcheggi, o per il transito di motoveicoli. Questo può essere impedito tramite apposite strutture di protezione (ad esempio, paletti), che impediscano fisicamente l’accesso ai mezzi non autorizzati.
Le piste ciclabili sono normalmente allocate al margine della sede stradale, e spesso sono realizzate su un solo lato della strada.
La realizzazione di piste ciclabili sicure ed efficaci richiede una attenta progettazione. In particolare, devono essere attentamente valutati i seguenti aspetti:
- Intersezioni: la pista ciclabile si trova al margine della strada, quindi è la prima fascia che si incontra provenendo da un accesso carrabile o da una strada laterale. Gli automobilisti possono essere tentati di invadere la pista ciclabile ed allinearsi con il margine della strada, con il rischio di travolgere i ciclisti in arrivo. La linea di stop deve essere chiaramente arretrata, e dove necessario possono essere piazzati degli specchi per migliorare la visibilità.
- Raccordi: l’ingresso e l’uscita dalla pista ciclabile deve essere facile, e se possibile non imporre un rallentamento.
- Qualità del fondo stradale.”