22 Marzo giornata mondiale dell’ acqua
L’acqua è l’oro blu del XXI secolo. Insieme all’aria, l’acqua è il bene più prezioso dell’umanità. Di chi è l’acqua? E’ nostra, dei nostri comuni, delle nostre regioni. E’ la pioggia che cade dal cielo. L’acqua è un diritto naturale dell’uomo. Non un business.
Non nascondiamoci dietro I sofismi che differenziano proprietà e gestione del servizio dare un bene in gestione/monopolio per 30 anni di fatto significa perdere quel bene.
Alienare la gestione del servizio idrico significa alienare l’ acqua, perderla. Inoltre mettere sul mercato i servizi NON equivale a modernizzare. Ripercorrendo la nostra storia più recente scopriamo infatti che nel 1903 Giolitti – governo liberale – decise di publicizzare gli acquedottti con un decreto che recita testualmente: “poichè siamo in un emergenza sanitaria. …. poiche è necessario che tutti i cittadini possano disporre dell’ acqua per i servizi igienico sanitari….”. Infatti dal 1870 al 1890 vi furono in europa + di 600 epidemie di colera che vennero curate portando l’ acqua in tutte le case ( e garantndo così condizioni ingienico sanitarie corrette).
100 anni fa Modernizzare = publicizzare
Siamo davvero sicuri che ora quell’ equazione sia sbagliata?
Spesso il pubblico non funziona. Io credo che in parte la colpa sia anche nostra (come cittadini intendo). Infatti noi deleghiamo la gestione della cosa pubblica ai nostri amministratori, senza partecipare alle scelte politiche e, cosa ancora peggiore, continuamo a votare persone che si candidano a gestire i beni pubblici ed in cuor loro pensano che sia meglio il privato.
Allora se uno in cuor suo pensa che sia meglio il privato perchè dovrebbe far funzionare al meglio la gestione dei beni pubblici? E’ un po come se un gestore di un ristorante odiasse il cibo o un poliziotto pensasse che rubare sia in fondo accettabile.
Se qualcuno ritiene che il privato sia meglio non deve candidarsi per gestire I beni comuni ma dovrebbe coerentemente candidarsi a fare l’ AD in qualche SPA, e noi dovremmo coerentemente smetterla di eleggerlo come amministratore pubblico.
Il pubblico funziona efficacemente in molte nazioni. Ovunque la gestione dell’acqua sia stata privatizzata, il suo prezzo è aumentato, raddoppiato, triplicato. In Francia, a Parigi l’acqua ritornerà pubblica dal primo gennaio 2010. Il sindaco Bertrand Delanoe non ha rinnovato i contratti con le multinazionali Veolia e Suez . L’acqua sarà gestita da un ente pubblico: “Eau de Paris”. Il risparmio per i parigini sarà di almeno 30 milioni di euro all’anno. In Italia, il non-Parlamento ha trasformato in legge un decreto che rende privata l’acqua pubblica. La legge Ronchi stabilisce che la quota di capitale pubblico delle società che gestiscono l’acqua non sia superiore al 30%.
Siamo più stupidi dei francesi?
Io ritengo che una gestione pubblica sia meglio: perchè pubblico e privato non competono sull’ efficacia dello strumento ma hanno due obbiettivi diversi.
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per il pubblico l’ obbiettivo è l’ efficenza e la convenienza del servizio
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per il privato è la redditività del servizio
e ora ragioniamo sulle possibili differenze del servizio pubblico/privato.
Immaginiamo di consegnare l’ acqua al miglior privato possibile. (non parliamo di privati delinquenziali, deviati….)
Se il Privato interviene lo fa per 1 remunerazione: Ipotizziamo che il servizio costi 100 e che remunerazione del capitale privato sia 20.
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Se non cambia nessun fattore le tariffe aumenteranno a 120.
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Ipotizzando che il Sindaco (voti/elezione/popolarità) imponga che le tariffe non debbano crescere il Privato per ottenere la sua remunerazione potrebbe intervenire sul costo del lavoro. Poiché gli stipendi dei dipendenti pubblici sono i più bassi questo significa che i nuovi assunti saranno precari.
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Ipotizzando un sindacato così forte da imporre il mantenimento delle retribuzioni salariali dei dipendenti del settore, il privato può recuperare la sua remunerazione abbassando la qualità del servizio (meno controlli, meno investimenti….)
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Ipotizziamo che ci sia una comunità particolarmente attenta (occupazione CC/ manif publiche/petizioni…) che impone al privato di mantenere la qualità del servizio. Allora il privato per recuperare la sua remunerazione deve aumentare il consumo.
Nelle privatizzazioni concrete l’ esperienza insegna che si sono realizzati tutti e 4 gli scenari.