Sulla viabilità di Finalborgo occorre fermare la contrapposizione fra sostenitori delle macchine, che chiedono più posteggi e maggiore orario di apertura al traffico del borgo storico, e paladini della tranquillità del borgo più bello d’ Italia.
Bisogna spostare l’ attenzione dalla viabilità alla mobilità riconoscendo che i cittadini vogliono semplicemente poter arrivare facilmente e comodamente in un posto: ricorrono alla automobile perchè non hanno alternative ed in questo modo generano traffico e necessità di posti auto.
Se forniamo una alternativa alla automobile i cittadini la utilizzano: come prova l’ alta frequentazione del trenino privato che congiunge FinalMarina a Finalborgo. Un comune lungimirante, dovrebbe lavorare ad una mobilità alternativa che renda i postaggi presenti sufficenti e l’ attraversamento del borgo non necessario.
A livello pratico occorre lavorare sul trasporto collettivo e sulle bici. La navetta gratuita da finalborgo è un’ inziativa condivisibile ma come è attualmente organizzata è facile prevedere che sarà un fiasco. Infatti come si fa ad usare un servizio senza conoscerne gli orari? (attualmente non sono rintracciabili nemmeno sul sito del comune di Finale) Inoltre la frequenza è insufficente: aspettare 30 minuti è troppo e l’ assenza di servizio dalle 11:45 alle 15:00 non sopportabile. Dove funzionano i servizi pubblici sono caratterizzati da efficienza, alta frequenza, accessibilità. A Stoccolma una fermata di trasporto pubblico non è mai più lontana di trecento passi e se il tram non passa entro venti minuti, il passeggero mancato ha diritto a prendere il taxi gratis: quando si dice trattare il cittadino come un cliente.
Per creare un’ alternativa valida all’ uso dell’ auto anche a Finale, bisogna fornire un servizio di buona qualità. Le risorse ci sarebbero, se evitassimo di ripagare più volte la stessa opera pubblica: come la passeggiata castelletto-San Donato (rifatta 4 volte in due anni) oppure l’ arco di Spagna danneggiato dall’ umidità a due mesi dal restauro.
Offrire un servizio scadente, con il rischio che non venga utilizzato, costituisce uno spreco e non risolverà il problema della mobilità intorno al borgo più bello d’Italia.
Nella città di Brema adottando una politica dei trasporti basata su più mezzi pubblici, più piste ciclabili e più car sharing hanno diminuito il numero delle macchine (-1,6%) nonostante un lieve aumento della popolazione (+0,2%) incrementando il trasporto pubblico del +3,6%.
Occorre investire con convinzione per prima cosa con un buon servizio navetta poi supportando l’ offerta di biciclette pubbliche con la realizzazione di piste ciclabili e rastrelliere per biciclette. Invece questa giunta ha inaugurato il nuovo mandato con una ordinanza anti biciclette, punibili perchè parcheggiate male.
Il problema della viabilità ed il conseguente conflitti fra le diverse esigenze dei residenti sono generato da una gestione sciatta della nostra cittadina. Per risolverli basta copiando le soluzioni adottate nel resto d’ Europa dalle città con la miglior qualità della vita.