Parco del Finale, riflessioni per una ricorrenza.

By 25 Ottobre 2010 Ambiente No Comments

Ricorre il quarantesimo anniversario della prima pubblicazione di Italia Nostra sul “Parco del Finale”. Il testo uscì nel 1970 grazie ai contributi del Comune di Finale Ligure e della Camera di Commercio di Savona.

Dal 1970 hanno visto la luce un centinaio di Parchi Naturali in tutta Italia. Quello del Finalese nonostante le forti ad evidenti motivazione  per una sua realizzazione – come si legge nel testo di “Italia Nostra” – invece no.

 I “Verdi” devono registrare in questa ultime settimane la presa di posizione di autorevoli esponenti del mondo della politica e della cultura, sinceri amanti dell’ambiente. La loro proposta di un “Parco delle Tre Terre” è interessante anche se noi preferiremmo, come anche Italia Nostra, una dimensione più ampia.

 I motivi sono di natura archeologica, geologica, naturalistica e storica, con ragioni che individuano l’unicità territoriale finalese su tutto il tratto costiero: da Bergeggi a Pietra Ligure  verso l’entroterra,  comprendendo tutti i Comuni insediati su quel substrato veramente originale e unico che è la Pietra di Finale. Su questa pietra sboccia – unica al mondo – la ‘campanula isophylla’e si aprono circa 400 caverne che hanno ospitato l’uomo paleolitico (dal Neanderthal nella Grotta delle Fate, al “Principe” delle Arene Candide sulla Caprazoppa).Tanto è vero che anche i contrari al Parco Naturale sostengono la necessità di un Parco Archeologico.

 Ci rendiamo conto come, in una prima fase, la limitazione al contesto Varigotti-Manie-Noli consentirebbe prospettive per un buon lancio sul mercato turistico.

Un elemento di immagine da lanciare facilmente su internet, strumento oggi fondamentale per una promozione turistica efficace, come abbiamo sentito nel Convegno di oggi.

  Invece non possiamo nascondere valutazioni molto critiche sulle prese di posizione della Lega Nord che – arrampicandosi sugli specchi – continua a parlare del Parco del Finale come di un pericoloso carrozzone,  nascondendo il fatto che tantissimi Comuni da lei amministrati sono ben felici di far parte di decine di Parchi Naturali che corpono oggi il 22% del territorio lombardo.

Gli ultimi dati statistici parlano chiaro:

– Aumento di presenze negli alberghi e maggior occupazione. Riteniamo politicamente irresponsabile ignorare questo aspetto in un momento di crisi.

– L’attività venatoria, come dimostra il vicino Parco del Beigua, è normalmente regolamentata con il pieno accordo dei cacciatori.

– Le produzioni dell’agricoltura e della pastorizia vedono una grande crescita in tutte le Aree Protette, avendo la possibilità di fruire di prestigiose denominazioni d’origine.

 Detto questo,  i  “Verdi” finalesi sono molto favorevoli alla riapertura di tavoli di confronto.

 Nei giorni scorsi, in occasione del Convegno sul Turismo a Finalborgo, si è sentito un forte richiamo a considerare il Territorio come un “valore aggiunto” estremamente importante.

Infatti di fronte a segnali così forti di crisi del turismo balneare  ci si rende conto dell’assoluta necessità di nuovi motivi per un ampliamento della stagione turistica a tutto l’arco dell’anno.

 

 

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