L’ ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani – ha presentato un’ analisi1 delle emissioni di anidride carbonica (CO2) dei cittadini. Le macro-voci che costituiscono la struttura dell’indagine sono quattro:
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la mobilità privata,
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i consumi di gas domestici,
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i consumi elettrici domestici,
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la produzione e il trattamento dei rifiuti
E’ importante notare che tutte queste voci implicano una spesa, per cui se riusciremo a ridurre la produzione di CO2 ridurremo parallelamente anche le spese per la gestione della casa.
Nella mobilità privata è importante notare che giustamente vengono escluse le forme di trasporto pubblico che essendo di uso collettivo dividono le emissioni per le molte persone che li utilizzano ottengono dei valori molto bassi.
Quanto CO2 emettono i mezzi che usiamo per spostarci?
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l’ utente di un autobus è responsabile dell’emissione di 211 Kg all’anno di CO2,
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quello di un treno ne ha sulla coscienza 359
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l’ utente di un aeroplano 4.246 pro-capite di CO2 all’anno
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l’ utente di un taxi 5.162
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l’ utente che usa la macchina privata va dai 2.341 Kg annui per automobili ibride e a basso impatto ambientale ai 7.711 Kg per quelle più inquinanti
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l’ utente che usa la bicicletta 104 chili all’anno per persona2
I consumi di gas domestici sono riferiti al gas naturale che utilizziamo direttamente in casa nostra, fondamentalmente per cucinare, scaldare l’acqua e alimentare il riscaldamento domestico. Fra queste voci quella largamente preponderante è la terza: i costi per il riscaldamento della casa rappresentano fino all’80% delle spese nelle bollette degli italiani, soprattutto se includiamo anche il condizionamento estivo (che incide ovviamente sulla bolletta elettrica e non su quella del gas).
Qualsiasi miglioramente strutturale delle case per ridurre la dispersione di caldo (o freddo in estate) attraverso gli ambienti domestici è importantissimo per l’abbattimento delle emissioni. Così come eventuali accorgimento mirati al risparmio idrico, in particolare dell’acqua calda. (come i pannelli solari per la produzione di acqua calda)
Vediamole nel dettaglio. I consumi elettrici domestici sono, molto banalmente, la quantità di elettricità che consumiamo in casa. La stragrande maggioranza (circa il 77%) dell’energia prodotta in Italia proviene infatti da centrali tradizionali, alimentate dai tre grandi combustibili fossili, carbone, petrolio e gas naturale, tramite combustione, la quale provoca l’emissione di anidride carbonica. In parole povere, uno degli effetti collaterali della produzione di energia elettrica è la produzione di CO2.
Questo non avviene con le fonti pulite e rinnovabili (fotovoltaico, eolico, efficenza energetica) quindi il risparmio di energia elettrica corrisponde a una riduzione dell’inquinamento.
Per i rifiuti il discorso è più complesso, poiché sono diversi i processi che contribuiscono alle emissioni. Dal computo dell’ ANCI sono stati tolti tutti i beni deperibili e alcuni beni di consumo (per esempio cibo, bevande, detergenti e tanti altri); questo comporta un dato finale che sottostima i livelli di anidride carbonica. Potenzialmente qualsiasi cosa può diventare un rifiuto, quindi bisognerebbe includere in questa voce anche tutte le operazioni di produzione per esempio degli imballaggi, dei materiali di consumo, delle apparecchiature elettroniche, degli accessori usa e getta e di tantissime altre tipologie di oggetti.
Alla voce rifiuti si è tenuto conto solo degli effetti della fase di smaltimento, che oggi corrisponde per gran parte al processo di incenerimento, eufemisticamente chiamato ‘termovalorizzazione’.