Persone non problemi

By 30 Marzo 2011 Italia No Comments

Sui barconi che arrivano in questi giorni a Lampedusa vi sono persone non problemi.

Esseri umani con il loro carico di disperazione e le loro speranze di un futuro. Persone che sfuggono alla guerra e alla povertà.

Il cinismo, l’ odio razziale che trapela dalle dichiarazioni dei politici nazionali  o dai commenti anonimi sui commenti  di ivg (nelle notizie relative alla immigrati che arriveranno) inquadrano un pezzo di società egoista e arida. Una pezzo di società che forte del cattivo esempio  nazionale si fa molto sentire chiedendo di respingere questa gente disperata.

Chiudere il cuore alle sofferenze altrui è spaventoso. Dobbiamo con fermezza farci sentire, dare voce ai sentimenti nobili del genere umano, quali la solidarietà e la generosità. Non possiamo lasciare che le uniche voci siano quelle razziste.

Per questo invito tutti a sostenere la scelta del comune di Finale Ligure di accogliere 30 immigrati, e soprattutto a sostenere le  ragioni dell’ accoglienza che sono la base della nostra cultura.

Vi ricordare la leggenda di San Martino che tagliò a metà il suo mantello per darlo ad un povero?   San Martino non si chiese se il povero era clandestino cercò di aiutarlo e basta. Dobbiamo abbandonare la cattiveria e riscoprire l’ altruismo e la generosità.

 

______________________________________ leggenda di San Martino _________________________

 

Era l’11 novembre: il cielo era coperto, piovigginava e tirava un ventaccio che penetrava nelle ossa; per questo il cavaliere era avvolto nel suo ampio
mantello di guerriero. Ma ecco che lungo la strada c’è un povero vecchio coperto soltanto di pochi stracci, spinto dal vento, barcollante e tremante
per il freddo. Martino lo guarda e sente una stretta al cuore. Poveretto, – pensa – morirà per il gelo!” E pensa come fare per dargli un 
po’ di sollievo. Basterebbe una coperta, ma non ne ha. Sarebbe sufficiente   del denaro, con il quale il povero potrebbe comprarsi una coperta o un 
vestito; ma per caso il cavaliere non ha con sé nemmeno uno spicciolo. E  allora cosa fare? Ha quel pesante mantello che lo copre tutto. Gli viene  
un’idea e, poiché gli appare buona, non ci pensa due volte. Si toglie il mantello, lo taglia in due con la spada e ne dà una metà al poveretto.

“Dio ve ne renda merito!”, balbetta il mendicante, e sparisce. San Martino, contento di avere fatto la carità, sprona il cavallo e se ne va 
sotto la pioggia, che comincia a cadere più forte che mai, mentre un ventaccio rabbioso pare che voglia portargli via anche la parte di 
mantello che lo ricopre a malapena. Ma fatti pochi passi ecco che smette di piovere, il vento si calma. Di lì a poco le nubi si diradano e se ne vanno.
Il cielo diventa sereno, l’aria si fa mite. Il sole comincia a riscaldare la terra obbligando il cavaliere a levarsi anche il mezzo mantello. Ecco l’estate 
di San Martino, che si rinnova ogni anno per festeggiare un bell’atto di carità ed anche per ricordarci che la carità verso i poveri è il dono più 
gradito a Dio. Ma la storia di San Martino non finisce qui.
Durante la notte, infatti, Martino sognò Gesù che lo ringraziava mostrandogli la metà del mantello, quasi per fargli capire che il mendicante 
incontrato era proprio lui in persona.

Tratto dal sito della parrocchia di S. Martino vescovo di Alpignano (To) 

Leggi il nostro programma! Scaricalo subito!