L’ artiglio insanguinato

(Finanza e dintorni)


La teoria economica della “mano invisibile” che tutto regola, sistema, aggiusta e tutti favorisce, prospettata da Smith( *),si è rivelata un artiglio insanguinato che depreda, lacera, devasta popolazioni e pianeta. La finanza speculativa non è un video game, un gioco d’azzardo a costo zero

Sono ancora troppo pochi, anche nel mondo dell’altreconomia, quelli che si interessano o si occupano di finanza, che hanno più o meno chiari i meccanismi devastanti che essa produce. E’ molto più facile orientarsi sui consumi, sulle scelte ecologiche…. E’ ora di cimentarsi, approfondire e capire anche questo settore in cui tutti siamo immersi, nessuno escluso.

Riporto un articolo di Luca Salvi, un amico di Verona con il quale condivido la militanza in Banca Etica:

Il ministro Tremonti promette lacrime e sangue per “rassicurare i mercati”! E’ pazzesco, gli Stati e i cittadini si devono dissanguare per tenere in vita il mercato, le banche e le istituzioni finanziarie responsabili della crisi che già hanno ricevuto aiuti per migliaia di miliardi di dollari dal 2008 ad oggi. Invece di restituire, il mercato chiede ora ancora di più, in una spirale autodistruttiva che non sembra avere fine. E’ arrivato il momento di voltare pagina e di capovolge

re la prospettiva: è il mercato che deve porsi al servizio della società e degli Stati e non viceversa! Il mercato non può imporre alla politica le sue regole, cioè l’assenza di regole, di principi e di valori al di là di quello della massimizzazione del profitto. E’ la politica che dovrebbe regolamentare il mercato perché torni ad essere uno strumento al servizio dell’economia reale e dello sviluppo. Purtroppo, in questo momento la politica appare incapace e totalmente sottomessa alle regole della finanza-casinò, che si gioca in borsa i posti di lavoro e il destino di milioni di persone e addirittura degli Stati. Per questo la società civile deve alzare la voce, riappropriarsi della sovranità e riprendere in mano il proprio destino chiedendo alla politica non lacrime e sangue ma scelte nuove e coraggiose, come l’imposizione a livello europeo, se non mondiale, della TTF (Tassa sulla Transazioni Finanziarie), una piccola tassa intorno allo 0,05% che andrebbe a colpire soprattutto gli speculatori e potrebbe generare fino a 650 miliardi di dollari l’anno da utilizzare per risanare i conti pubblici e aiutare i paesi poveri. Questo è l’obiettivo della campagna zerozerocinque (cui è possibile aderire visitando il sito www.zerozerocinque.it), una campagna promossa da oltre 50 organizzazioni e realtà della società civile italiana: ristabilire un minimo di regole e di giustizia nei mercati finanziari e far pagare il prezzo della crisi ai colpevoli e non alle vittime, cioè agli speculatori e non ai cittadini.

 

 

Per la finanza etica la 

vita viene prima del profitto e il denaro non è un fine ma uno strumento che deve essere utilizzato per il bene della società e dell’ambiente.

Si impone quindi un drastico ricambio di tale classe politica, nelle persone, nella loro visione delle dinamiche economiche e finanziarie, nella loro concezione di finanza, di mercato globale, di VALORI primari.

Dobbiamo superare la frontiera di una nuova ETICA, l’Etica deve diventare una componente essenziale dell’azione politica, il “progetto di mondo” deve essere rielaborato con una visione nuova di uomo, ambiente, territorio, distribuzione della ricchezza, tutela delle risorse, priorità nella produzione, ecc. ecc.

Ecco quindi la necessità di fare nostre queste competenze, di raccordare forze nuove ed autentiche, la necessità di elaborare una ideologia rivoluzionaria e dinamica, che parta dall’uomo di oggi in tutte le sue dimensioni, comprese quelle geografiche, razziali, culturali, individuali e di gruppo, che lo consideri in stretta connessione e dignità con l’altro imprescindibile interlocutore che ha pari diritti e che è l’insieme di territorio/ambiente/risorse; e la necessità di portare avanti un progetto globale con formazioni e rappresentanze che si pongano in netta alternativa ai meccanicismi della vecchia politica.

E forse dagli ambienti e dalle organizzazioni dalla finanza etica, del commercio equo e solidale, purché non si ripieghino su se stessi a semplice tutela di un proprio spazio consolidato, ma sappiano essere senza riserve “donne e uomini di frontiera”, quand’anche all’orizzonte ci sia solo l’ignoto, qualcosa può nascere.


(*) La teoria di una regolazione spontanea dello scambio e delle attività produttive di Adam Smith è incentrata sulla nozione di mano invisibile secondo la quale il sistema economico non richiede interventi esterni per regolarsi, in particolare non necessita l’intervento di una volontà collettiva razionale.

La teoria della mano invisibile è il concetto a noi più noto di Adam Smith e, pure, quello più abusato.

La metafora della mano invisibile, è il cardine della dottrina liberale del laissez faire

 

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