In Italia le superfici cementificate sono cresciute a dismisura senza un corrispondente aumento demografico. Le aree urbanizzate si espandono al ritmo di 75 ettari al giorno a scapito delle superfici agricole e del paesaggio.
In Liguria il consumo del territorio causa dissesto idrogeologico, quindi disastri. Anche il territorio finalese sta pagando il suo prezzo.
Si dice che lo sviluppo edilizio porti ricchezza. Ma questo può essere vero, più che altro, per gli speculatori e comunque, anche per loro, solo nel breve periodo. Oggi sugli effettivi ricavi di un’edilizia selvaggia a scapito del territorio ci sono dei ripensamenti.
Lo stesso Presidente di Confedilizia- Sforza Fogliani – correttamente dice: “con qualche accorgimento fiscale si può rendere conveniente la ristrutturazione degli immobili con il duplice scopo di dare lavoro e risparmiare sul consumo del suolo”. Infatti, il recupero e il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente genera economia per il 50% in più della realizzazione di nuovi edifici (sempre dati Confedilizia).
La stessa Regione Piemonte ha deliberato nel luglio 2011 una norma nella quale”non è ammessa la previsione di nuovi insediamenti residenziali in territori isolati dagli insediamenti urbani esistenti”.
Prosegue invece imperterrita la trasformazione di aree agricole in insediamenti di vario genere.
Riguardo a Finale, si assiste ormai da tempo ad una progressiva distruzione di terreni agricoli. In modo strumentale si sono costruiti edifici ad uso agricolo, sparsi sul territorio. Edifici poi diventati rapidamente seconde case (basta vedere i numerosi cartelli “In vendita”).Si sono realizzati enormi autosilos, con box rimasti in gran parte invenduti. Ma ormai il prezioso terreno agricolo,fonte primaria per il sostentamento di tutti, è per sempre compromesso.
L’appello per una attività edilizia volta al risanamento, al risparmio energetico, al recupero del patrimonio esistente, in grado di dar lavoro a tante imprese e a tanti giovani cade nel vuoto di una ottusità imprenditoriale non più giustificabile.
Non solo il Comune di Finale Ligure sente drammaticamente il problema. Nel Comune di Vezzi Portio – in Località Berea – una vasta area molto delicata dal punto di vista idrogeologico, comprendente grandi fasce di ottimo terreno agricolo con pozzi storici, è in procinto di essere cementificata. Una perizia geologica denuncia la presenza in loco di due frane attive, ben note ai residenti e segnalate dalla cartografia dei Piani di Bacino (Carta delle Franosità -Torrente Sciusa-tav.5). Nonostante questo il progetto va avanti.
Le vallate finalesi devono essere viste in un contesto idrogeologico unico, ma ogni Comune, nella programmazione urbanistica, sembra andare per i fatti propri.
In caso di precipitazioni eccessive, le acque, invece di venir assorbite dal terreno, scenderanno velocemente a valle, proprio nel torrente Sciusa in cui, a detta dei tecnici del Comune di Finale Ligure, devono ancora essere ultimati i lavori di messa in sicurezza.
Tenuto conto che il patrimonio edilizio di Vezzi Portio al 2009 ammontava a 457 case, mentre le unità familiari erano 207 (e non pensiamo che ad oggi la situazione sia molto cambiata) non si ritiene giustificabile l’ulteriore distruzione di terreno agricolo per abitazioni destinate a diventare seconde case.
Ragionamenti simili potrebbero essere fatti per i territori agricoli dei Comuni di Calice e Orco Feglino, in relazioni ai torrenti Pora e Aquila.