Un’apposita legge (L. n°285 del 28/8/97, art. 7-misure volte a promuovere la partecipazione degli adolescenti alla vita della comunità locale, ANCHE AMMINISTRATIVA) indica a tutti la possibilità e i modi per coinvolgere i giovani nella vita della comunità; farli sentire partecipi al contesto sociale che erediteranno.
La creazione dei Consigli Comunali dei Ragazzi, in centinaia di Città italiane, è diventata uno strumento operativo,efficace, che da ottimi risultati in un periodo pieno di problemi e insidie.
A Finale Ligure esiste – sulla carta – un Consiglio dei Ragazzi, ma purtroppo è abbandonato a se stesso, senza alcun supporto operativo, senza un insegnante che se ne occupi seriamente.
Nel vicino Comune di Quiliano, il Consiglio dei ragazzi opera da 15 anni e si interessa di assistenza agli anziani, di problemi legati all’alimentazione, all’ambiente, ecc.
Nel Comune di Spotorno, il Consiglio ha aderito recentemente all’iniziativa “Mi illumino di meno”(sul tema del risparmio energetico) e ha promosso interessanti incontri per la “sicurezza in rete”, dato che il WEB, pur indispensabile, è purtroppo pieno di trabocchetti (la Polizia di Stato, in occasione del “Safer internet day”, ha diffuso ieri un video dedicato alla sicurezza sul WEB, dichiarando che i giovani, “lasciati soli in balia di un computer, è come lasciarli in compagnia di un estraneo”).
Tanti sono i temi che, in un dialogo educativo, si possono affrontare per dare aiuto concreto agli adolescenti : dal cyberbullismo, ai problemi esistenziali, fino a quelli legati alla salvaguardia dell’ambiente.
In Finale Ligure, nello scorso anno, il Consiglio dei ragazzi, fresco di nomina, venne coinvolto nella preparazione della “Festa della liberazione” e aveva poi avviato un interessante lavoro riguardante la corretta gestione dei rifiuti urbani, la raccolta differenziata e il riciclo, finalizzati al risparmio energetico.
Tutte belle iniziative sulle quali è calato il silenzio, mentre questo giovane organismo di partecipazione democratica dovrebbe essere rivitalizzato, sostenuto con azioni concrete e non fatto partecipare alla sfilata del “XXV Aprile” per poi essere dimenticato.
Ricordiamoci il viso dei nostri ragazzi quel giorno, speranzosi di quello che avrebbero potuto fare, non diamogli l’ennesima dimostrazione di che cosa può diventare la politica: pura immagine senza nulla di concreto, solo parole e promesse.
Cerchiamo di creare nuovi italiani convinti che qualcosa può essere fatto per l’arte di governare la società (politica).