E’ importante incentivare il recupero degli immobili per evitare il consumo del territorio e rilanciare, in modo virtuoso, il comparto dell’edilizia oggi in crisi.
Nel Finalese, come sull’ intero territorio nazionale, esiste il problema del consumo del territorio. Ogni giorno in Italia si occupano 100 ettari di superficie libera con nuove costruzioni.
Dal 1956 ad oggi il territorio edificato è aumentato del 166%, facendo diminuire la capacità produttiva agricola a fronte di un aumento patologico di immobili inutilizzati (in Liguria quasi tutte seconde case).
E’ assolutamente necessario mettere un limite al consumo di suolo, incentivando un’attività edilizia per il recupero e la riqualificazione delle aree già urbanizzate e dismesse, prevenendo nello stesso tempo il dissesto idrogeologico dovuto ad una scarsa salvaguardia del territorio.
Lo stesso Presidente di “Confedilizia” si è espresso in questa direzione: aiutato con idonei incentivi e sgravi fiscali, il recupero del patrimonio edilizio abbandonato o degradato (attuando tutti gli accorgimenti per il risparmio energetico), può favorire migliori condizioni di vita, sia per i residenti che per le attività produttive.
Nel Finalese il turismo ne trarrebbe grande giovamento, insieme a tutto il comparto dell’edilizia.
Particolarmente interessante sarebbe il recupero del patrimonio edilizio rurale, incentivando con finanziamenti pubblici le ristrutturazioni degli edifici esistenti. Oppure trasferendo i contributi degli oneri di urbanizzazione alle spese correnti degli Enti Locali. Infatti i benefici per la comunità sarebbero notevoli per il riequilibrio ecologico e la qualità del paesaggio.Sarebbe quindi necessaria una nuova normativa per la gestione degli oneri di urbanizzazione.
La riqualificazione edilizia urbana, iniziando dal recupero dei centri storici ( per Finale c’è anche l’annoso problema delle facciate degradate dei palazzi storici), oltre a migliorare la qualità della vita, aumenterebbe l’efficienza energetica degli edifici con un vantaggio economico immediato ( nel rispetto del protocollo di Kyoto). Si avrebbe, in definitiva, un grande risparmio per diminuzione dei gas serra, responsabili dei cambiamenti climatici, con conseguenze ormai note a tutti.