Il benessere sociale di un sistema economico e politico dipende fortemente dall’investimento in istruzione, ricerca e cultura. Non solo in termini di reddito
pro capite, ma anche di tasso di occupazione, di eguaglianza, di salute e di felicità.
percepita. Traducendo: più istruzione significa non solo un maggior numero di
cittadini con laurea e dottorato, ma anche istituzioni accademiche efficienti e competitive,
quindi in grado di attrarre finanziamenti internazionali, industrie avanzate in grado di registrare brevetti , un maggiore consumo di cultura (cinema, teatro, quotidiani, mostre, musei…). Ed alla fine investendo sull’ istruzione insomma si ottiene un paese intelligente, cioè capace di far fronte o anticipare gli imprevisti dovuti ai cambiamenti degli scenari economici e politici.
L’insegnamento è un fiore all’occhiello del Finalese: qui studiano 1300 studenti di scuole secondarie più di quanti ve ne siano ad Albenga che ha il doppio di abitanti.
Finale Ligure – 11.700 abitanti, 1.300 studenti di scuole secondarie
Albenga – 24.400 abitanti 1.200 studenti
Questo perchè nel XVI secolo le famiglie nobili non si limitarono alla formazione dei propri figli ma, con lasciti e donazioni, allargarono il processo di scolarizzazione. Addirittura destinando immobili a questo scopo: è il caso degli Aycardi, che fondarono un collegio nel Borgo (spostato poi fuori dalle mura e gestito dai padri Scolopi), oppure i Ghiglieri che nel 1711 fondarono una scuola che venne gestita dai Barnabiti, monaci dediti all’attività scolastica.
L’elevata frequenza scolastica finalese è un’eredità preziosa: i nostri predecessori hanno amato le generazioni future tanto da tramandare loro, curata e migliorata, la scuola, anche a prezzo di grandi sacrifici.
C’è un’identità culturale nelle scuole finalesi che rende il nostro paese più vitale e forse ci farà trovare la spinta per uscire dalla crisi occupazionale di questo periodo storico.