Un disastro preparato

Sardegna: in 24 ore cade la pioggia di sei mesi. Muoiono 18 persone e il territorio viene sconvolto.

Non si tratta di sfortuna: ma di un disastro preparato da tempo trascurando le cause delle lo sciusa nel 2011proprie azioni. Il tempo impazzito che ci mette di fronte a fenomeni climatici sempre più violenti è causato dall’ inquinamento ambientale senza limiti in primis dalla produzione sconsiderata di CO2.

La violenza delle pioggie poi viene amplificata dalla cementificazione dei territori. In 50 anni si è costruito più che nei sei secoli precedenti, il terreno è stato reso impermeabile e la pioggia che cade non penetra nel suolo alimentando le falde ma si raccoglie nei fiumi e nei torrenti da cui esonda provocando i disastri.

Non si scherza con la natura, perché il conto in termini di vite e di devastazione viene poi pagato dalle generazioni successive.

Facciamo tesoro di queste esperienze: ritorniamo a quella saggezza antica che ha permesso ai nostri avi di vivere in simbiosi con la natura traendone solo il necessario, lavorando con una tecnica frutto di esperienza millenaria, senza turbare gli equilibri idrogeologici, creando bellezza con architetture rurali perfettamente integrate nel paesaggio .

Gli antichi Liguri hanno costruito, a prezzo di fatiche per noi inimmaginabili, terrazze in grado di durare più di mille anni, non per sè quindi ma per i figli, e per i figli dei figli, per noi quindi, e sapevano sacrificare grande parte del sè contingente per il sè futuro, sapevano amare i nipoti di la da venire tanto da tramandare loro, curata e migliorata, la terra ricevuta dai padri non in assoluto dominio ma in uso temporaneo .

Questo patrimonio ambientale è un eredità preziosa. Un’eredità non soltanto morale.

Utilizziando la stessa saggezza l’ attuale progetto Piaggio verrebbe bocciato senza esitazione.

Questo progetto prevede di costruire sul fiume, allargando la foce in modo da invadere piazzale Wuillermin (posteggio pubblico) per permettere le costruzioni nell’ area privata. Prevede inoltre mettere in sicurezza la sola sponda “Piaggio” aumentando quindi il rischio della zona di via Dante. Non risanamento ma speculazione: incasso subito e un debito ambientale per la collettività.

Invece le tragedie come quelle di oggi devono insegnarci a diventare più saggi e più lungimiranti.

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