Il quotidiano La Repubblica ha presentato un’ indagine impressionante sullo spreco alimentare della nostra società: 4mila tonnellate di alimenti acquistati dagli italiani vengono buttati in discarica ogni giorno, 6 milioni in un anno. È una perversione di un sistema produttivo basato sui consumi che non riconosce il valore del danno ambientale prodotto e il suo costo per la collettività, infatti ogni tonnellata di rifiuti alimentari genera 4,2 tonnellate di CO2.
Per quantificare il volume di questo spreco basta pensare che la distribuzione al dettaglio butta il cibo sufficiente a fornire tre pasti ai giorno agli abitanti di Genova. L´industria agroalimentare produce sprechi che alimenterebbe il Veneto per un anno.
L’ articolo cita alcuni esempi positivi di recupero dello spreco. Io voglio citarvi un esempio Finalese.
Alla sagra organizzata dalla croce verde di Finale Ligure, si fa la raccolta differenziata spinta. Viene inviato separatamente in discarica la plastica, il vetro, l’ alluminio, la carta, il materiale compostabile. Durante il trattamento vengono recuperati:
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il pane secco (utilizzato come cibo per le galline)
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la carne confezionando pacchetti per cani.
Lo spreco è un paradosso della nostra società, che si può contrastare. Dipende anche da noi.