Il Consiglio Comunale del 27 Dicembre ha preso in esame la ricognizione delle società partecipate del comune per individuare quelle le cui finalità rientravano fra le finalità istituzionali del Comune.

La maggioranza aveva proposto di uscire dalla Ponente Congressi e dalla Banca Etica. Dalla Ponente Congressi perché si tratta di una società quasi interamente privata, che richiede una quota annua di 1700€, i cui risultati non sono stati considerati soddisfacenti.

Nel caso di Banca Etica la scelta del Comune derivava dal fatto che le finalità della Banca, condivise con la partecipazione ai tempi della nascita di Banca Etica, sembravano esulare dalle competenza del Comune. Tuttavia l’ adesione ad un istituto di credito che gestisce il risparmio verso le iniziative socio economiche che perseguono finalità sociali è stata riconosciuta come importante e la maggioranza, dopo le sollecitazioni dell’ opposizione, ha proposto un emendamento al testo proposto che ha consentito di continuare a mantenere al partecipazione in Banca Etica.

Ritengo che dobbiamo essere tutti molto contenti della scelta di mantenere le quote di Banca Etica, scelta è bene ricordarlo fatta all’ unanimità.

Perché Banca Etica è una banca innovativa, l’unica in Italia ad ispirare tutta la sua attività, sia operativa che culturale, ai principi della Finanza Etica: trasparenza, diritto di accesso al credito, efficienza e attenzione alle conseguenze non economiche delle azioni economiche. Gestendo il risparmio per orientarolo verso le iniziative socio economiche che perseguono finalità sociali e che operano nel pieno rispetto della dignità umana e della natura1.

 

 

Insomma è una banca, ma una banca diversa. L’ unica in tutta Italia che non ha ad

erito allo scudo fiscale. Spendiamo per patecipare a questa Banca 53 euro l’ anno con questo pochi soldi l’attenzione all’etica del risparmio sarà ancora supportata da Finale Ligure che manterrà una piccola partecipazione in questa banca che investe il risparmio raccolto escludendo impieghi in settori che, pur maggiormente remunerativi, possono non essere consoni ad una visione “etica” dell’impiego del denaro come fondi di investimento che comprendono azioni di aziende implicate in produzione o compravendita di armamenti, o aziende inquinanti.

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