Sala del Mare

La Giunta di Finale ha dichiarato di essere riuscita a mantenere – per le attività culturali – gli stessi impegni di spesa dello scorso anni. Non si è parlato in modo preciso di nuovi interventi.

La filosofia Tremonti,“la cultura non si mangia”, colpisce di fatto tutti i possibili nuovi investimenti in un settore chiave dello sviluppo turistico-culturale nella nostra Città.

La “Sala del Mare” – testimonianza incomparabile di un rapporto secolare tra la comunità locale e mondo mediterraneo – un tempo ospitata nel vecchio Museo Civico,  è ora chiusa nei magazzini.

Maestri d’ascia e calafati finalesi hanno tramandato per secoli capacità tecnologiche riconosciute in tutto il genovesato e oltre. Il loro lavoro non può essere dimenticato.

L’ultima esposizione temporanea, accolta con grande entusiasmo, avvenne parecchi anni fa.

La Giunta precedente decise poi di inserire questa mostra nel suo contesto naturale, la Fortezza di Castelfranco, ma non se ne fece nulla.

Il materiale della gloriosa “marineria finalese” rimarrà nascosto ancora per chissà quanto tempo.

Tra i preziosi reperti ne citiamo solo alcuni:

L’ “ottante”del grande veliero “I due Germani”, le antiche bussole, le suggestive “polene”, i pregiati ex-voto in argento raffiguranti antichi modelli di imbarcazioni, i disegni dei progetti storici dei porti alla Caprazoppa e a Varigotti , modelli lignei di antiche “galee” del XV secolo, la copia del gruppo ligneo “San Pietro che riceve le chiavi” del Brilla. Quest’ultima opera ci fa ricordare anche l’ingente patrimonio di “Arte Sacra” del Finale nascosto nelle nostre chiese.

I finalesi ed i turisti appassionati potrebbero apprezzare questa eredità di opere d’arte se fosse correttamente esposta, possibilmente con didascalie in più lingue.

Tanti sostengono come il turismo “culturale-ambientale” sia elemento trainante di una attività alberghiera capace di funzionare per tutto l’arco dell’anno, quindi motore di una economia in grado di dar lavoro stabile ai nostri giovani.

Non ci sembra che alle parole seguano fatti concreti e sia trionfante invece la politica del rinvio.

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