Le forze di Polizia hanno attuato diverse manifestazione per denunciare la “pugnalata alle spalle” dovuta ai drastici tagli effettuati dal Governo Berlusconi. Tagli che ne impediscono il loro normale funzionamento. Anche per i Servizi Sociali, che consentono la sopravvivenza di migliaia di famiglie, si può parlare di “pugnalata alle spalle”.
Il Terzo settore ha messo a fuoco nel suo “libro bianco” di quest’anno la crisi del settore non-profit (imprese e associazioni che agiscono nel sociale senza finalità di lucro) e quanto di negativo si prospetta per l’anno 2012.
Nel 2008 i fondi nazionali per le politiche sociali erano di 2,5 miliardi di Euro. Nel 2011 ammontano a 538 milioni di Euro: un taglio dell’80%. Peggio sarà nel 2012. Ciò significa riduzione e chiusura di servizi, diritti negati ai cittadini, rischio di disoccupazione per molti lavoratori e per tante persone svantaggiate – con ulteriori problemi che andranno a scaricarsi per intero sulle famiglie. Settori colpiti: assistenza ad anziani e disabili, prevenzione del disagio minorile, lotta alla povertà, fondo integrazione affitti per le famiglie in difficoltà ecc.
Il Terzo Settore sta cercando di far fronte a tutta questa serie di problemi con suoi 3,3 milioni di volontari che operano in tutta Italia. Esso rappresenta il più grande contenitore di intervento sociale ed è costituito al 72% da laureati, al 60% da donne – età media 40 anni.
I dati ISTAT indicano in 224 mila le associazioni non-profit impegnate nei servizi di assistenza, di cura alla persona, all’ambiente, ai beni culturali.
Dalla premessa generale, passando alla realtà locale, nella Provincia di Savona la mancanza di risorse per il mondo “non-profit”comporteranno inoltre riduzione o soppressione dei servizi di trasporto disabili, dell’assistenza domiciliare, degli affidi educativi ecc.
L’affollata assemblea del Terzo Settore di Finale Ligure a messo a fuoco una situazione del ponente savonese veramente preoccupante: tagli per le Residenze Sanitarie, per i disabili,per l’integrazione affitti, per i centri di aggregazione giovanile, con forti rischi di emarginazione per un numero sempre crescente di persone. Secondo i dati ISTAT già oggi il 25% della popolazione vive un’esperienza quotidiana di emarginazione.
Se non ci sarà a breve un ripristino dei “fondi sociali”la situazione peggiorerà in modo drammatico, è necessario quindi un deciso cambio di rotta da parte di questo Governo.