In Italia il settore turistico è un comparto di prima grandezza tra le attività economiche e in Liguria è la seconda forza produttiva (10% del PIL)dopo l’industria (25% ), mentre l’agricoltura raggiunge solo il 2%.
In un’analisi più dettagliata, a Finale Ligure nel 2012(72 alberghi con 3101 posti letto) si sono registrate, dal 1 gennaio al 30 settembre, 365.000 presenze di turisti italiani, mentre nel 2011 risultavano 367.000. Nel 2012, nello stesso periodo, la presenza di turisti stranieri era di 86.000 unità, mentre nel 2011 risultavano 91.000. A Finale, nel 2012, si è verificato quindi un leggero calo dell’attività turistica complessiva. E’ pur vero che in altre località costiere si sono registrate diminuzioni più sensibili, ma è comunque necessario un recupero e il turismo out-door ,eco -sostenibile, può costituire un importante volano di crescita economica.
Ovunque nel mondo il turismo ambientale ha come motivazione principale il contatto con la natura nel riconoscimento dei valori culturali. Promuovere l’eco turismo vuol dire valorizzare le peculiarità e le identità del territorio con i suoi paesaggi, i suoi monumenti, il patrimonio archeologico, gli usi e costumi, la gastronomia. In linea con la crescita globale della sensibilità ambientale, l’eco-turismo è un settore in forte ascesa, con prospettive addirittura superiori a quello tradizionale e, per la Commissione Europea, ha una prospettiva di sviluppo tre volte maggiore.
Negli ultimi due secoli è cresciuta in Liguria, e si è storicamente consolidata, una corrente turistica legata al turismo balneare del periodo estivo. Questo flusso di turisti ha avuto, come scopo principale, quello di godere delle bellezze del mare. Quindi la qualità degli arenili e dell’acqua marina ha sempre rappresentato un valore primario. Su tutta la costa dovrebbero ormai funzionare depuratori biologici capaci di trattare al 100% i reflui urbani, in modo da evitare il benché minimo inquinamento del mare. Anzi, sarebbe ottimale un riciclo completo delle acque per un loro utilizzo nelle attività agricole, le fontane pubbliche, ecc.
Ma l’ambiente marino Finalese ha una corona naturale di incomparabile bellezza. Le pareti rocciose che delimitano le vallate hanno consentito, negli ultimi decenni, l’affermarsi di un’attività sportiva legata all’arrampicata su vie appositamente attrezzate (climbers). Il numero dei turisti amanti di questo sport, provenienti anche da tutto il resto dell’Europa, è considerevole, ma potrebbe ancora aumentare se le attrezzature e le strutture per l’accoglienza venissero migliorate.
La bellezza dei sentieri che attraversano gli altopiani hanno facilitato lo sviluppo di un’altra attività turistico-sportiva, il ciclismo con “mountain-bike”. L’uso della bicicletta sportiva ha trovato nei sentieri del Finalese un suo spazio naturale.
L’intelligente promozione del turismo “out-door” ha fatto si che, in pochi anni, queste attività sportive compatibili con l’ambiente favorissero l’ampliamento di una stagione turistica troppo legata al turismo balneare. Per questo motivo le rilevazioni statistiche fanno registrare per il Finalese risultati migliori rispetto ad altre aree della Liguria, in un mercato troppo penalizzato dalla congiuntura economica.
L’ aspetto ancor più interessante del grande patrimonio ambientale finalese, è legato all’Archeologia”. L’uomo preistorico, presente nelle sue numerose caverne dal periodo paleolitico, ha lasciato una ricca eredità e il patrimonio archeologico potrà essere volano di un incremento esponenziale del flusso turistico.
Il Museo Archeologico del Finale, potrebbe diventare punto base per l’istituzione di un grande “Parco Archeologico”, capace di attrarre turisti in tutto l’arco dell’anno (“Centri di informazione” collegati a siti internet, “Sentieri parlanti” indicati sul terreno e su mappe cartacee, Guide specializzate, Centri di assistenza e ristoro distribuiti sul territorio). Tutto potrebbero dar lavoro a Cooperative di giovani, oltre alla tradizionale rete di alberghi, agriturismi e b&b.
L’ambiente naturale della sub-regione Finalese mantiene inoltre una “biodiversità” riconosciuta da tutti come patrimonio di enorme valore. Gli altopiani e le valli, formatesi nel corso dei millenni, hanno consentito la crescita di una flora e di una fauna con caratteristiche uniche (Campanula isophylla, Lacerta ocellata ecc.). Condizioni che hanno motivato la richiesta di promuovere l’istituzione di un “Parco Naturale del Finalese”, nel contesto dei Parchi Regionali liguri.
I Parchi sono ovunque elemento trainante per nuovi flussi turistici e le statistiche indicano una crescita continua. Il Finalese ha già una tradizione storica per produzioni di olio, vino, frutta e ortaggi (basta ricordare l’Agronomo Giorgio Gallesio, più volte citato da Carlin Petrini – “Slow-Food”). Le produzioni locali hanno un naturale sbocco nel mercato turistico e potrebbero essere ulteriormente ampliate creando nuove opportunità di lavoro.
Il “Parco del Finalese” , in sinergia con altre lodevoli iniziative promosse dalle nuove Associazioni “Quattro Borghi” e “Tre Terre”, potrebbe facilitare, nel periodo autunno-inverno, attività sportive sempre più popolari legate all’escursionismo( “trekking” ), insieme alle altre attività out-door sopra citate.
In conclusione, il turismo ambientale Finalese si pone alla base di uno sviluppo volto a garantire reddito in una prospettiva di lungo periodo, nella delicata fase di transizione del “dopo-Piaggio”. In alternativa i flussi turistici sarebbero destinati al declino, legati al mordi e fuggi del fine settimana, con danni al territorio e all’ economia.