Nei più importanti progetti urbanistici affacciati sul Mar Ligure che stanno con fatica seguendo il loro percorso burocratico e segneranno fortemente tutta l’area Finalese, stanno emergendo idee e proposte che meritano particolare attenzione.
Il nuovo progetto presentato dall’Azienda Piaggio apre la possibilità per la creazione un polo culturale capace di inserirsi nell’economia turistica locale. La proposta per un’ “Officina della Cultura” nello storico grande hangar è finalizzata in primo luogo a mantenere la memoria storica di una comunità. Ma pensiamo sia anche un’ opportunità per dare spazio e riconoscimento a tutte quelle attività che caratterizzano il territorio, comprese le produzioni agricole di qualità. Frutti che lo stesso Carlin Petrini di Slow Food ha individuato come preziosa eredità dell’agronomo finalese Giorgio Gallesio. Il prodotto della terra come fattore culturale può e deve essere assolutamente valorizzato in vista di una protezione reale del territorio. L’agricoltura è anche tutela del paesaggio contro il consumo e la cementificazione del suolo.
Allo stesso modo, nel progetto di trasformazione delle ex-cave Ghigliazza, si affacciano proposte interessanti capaci di incidere nello sviluppo turistico-culturale di tutta l’area.
Come tutti sanno il sito archeologico caratterizzato dalla Caverna delle Arene Candide è di importanza internazionale e si trova proprio sul ciglio ovest delle ex-cave, per le quali vi è il progetto di trasformazione urbanistica. Da questa caverna proviene l’unica sequenza stratigrafica completa per l’area mediterranea, dal paleolitico superiore (26 mila anni) fino all’età bizantina (VII sec. d.C.). In altri punti del promontorio della Caprazoppa sono stati poi rinvenuti manufatti e insediamenti caratteristici dell’Età del Bronzo e del Ferro.
Il contesto archeologico ha in questo sito un punto di eccellenza grazie agli scavi di Bernabò Brea e Luigi Cardini. Come è noto, un piccolo sondaggio estremamente fortunato, in un’area nascosta della caverna, consentì i scoprire il “Giovane Principe”, oggi in “esilio” nel Museo Archeologico di Genova Pegli (da dove dovrebbe tornare per essere inserito nel suo spazio naturale che è il Finalese).
Il progetto di risanamento complessivo dell’area, oggi degradata, dovrebbe però indicare in modo preciso modalità di esecuzione di tutte le opere previste in prossimità del sito e le fonti finanziarie per il loro futuro mantenimento:
E’ previsto il recupero dei manufatti industriali esistenti per creare collegamenti tra la zona a mare e i livelli della caverna. I lavori dovrebbero essere poi finalizzati alla realizzazione di un “Parco Archeologico”(foresteria al servizio di nuovi scavi , piccolo museo, ascensore), con la ricostruzione di paesaggi preistorici da collegare a percorsi escursionistici in un ambiente naturale di grande richiamo per un flusso turistico agevolato in tutto l’arco dell’anno(la Caprazoppa è anche un SIC-Sito di Interesse Comunitario -con notevole biodiversità).
Il Comune di Borgio Verezzi con i suoi Castellieri, le Grotte di Valdemino, il Dolmen, la Cava dei fossili, avrebbe la possibilità concreta di inserirsi in questo programma di sviluppo turistico-culturale capace di offrire opportunità di lavoro stabile per i giovani(come avviene grazie alle decine di cooperative operanti nei Parchi del Beigua e delle 5Terre).
Queste proposte progettuali e le idee che stanno emergendo consentiranno di capire quali saranno le scelte più utili per un concreto sviluppo sostenibile.
In conclusione è necessario un salto di qualità, passando dallo sfruttamento del territorio per la realizzazione di “seconde case” (con alto consumo di suolo e lavoro precario limitato nel tempo) ad una cura virtuosa dell’ambiente che permetta di creare posti di lavoro stabili preservando la bellezza del contesto.
Sarebbe quindi auspicabile, nell’ambito dei progetti oggi allo studio, la realizzazione di nuove strutture turistico-alberghiere di qualità (talassoterapia ecc.). Attivando inoltre procedure per migliorare, in tutto il contesto urbano, gli alberghi tradizionali e il patrimonio edilizio esistente.
Vogliamo ben sperare che prevalga la volontà di realizzare opere legate ad un tessuto sociale vitale che veda anche nel Savonese un turismo culturale aperto alle necessità delle prossime generazioni.