Cave Ghigliazza: un progetto da nascondere

La Sovraintendenza è intervenuta sul progetto Ghigliazza richiedendo di ridurre l’ impatto visivo dei manufatti (strade, palazetto dello sport, alberghi) perchè “mal si adattano ad essere collocati in quell’area con la dovuta aderenza alla morfologia dei luoghi”.

Certo questi 119.000 metricubi di cemento (senza contare box e interrati vari) mal si adattano ad un’ area che confina addirittura con un sito di interesse comunitario, e sebbene le prescrizioni finalizzate a ridurre l’ impatto visivo siano da apprezzare questo intervento pone una questione molto più radicale.

La cava ghigliazza ha estratto pietra per più di cento anni. Un ambiente naturale favoloso è stato distrutto e ora nella montagna vi è un gigantesco buco (il glory hole) e un enorme fronte di cava. Per chiudere questa gigantesca ferita si propone una speculazione edilizia che graverà per sempre sul paese di Finale con i suoi carichi fognari, l’ approvigionamento di acque e tutti i servizi.

Nello stesso periodo Finale sarà interessata da un altro colossale intervento edilizio relativo alle aree Piaggio separate dalla cava Ghigliazza da un centinaio di metri. In un’ area relativamente piccola si prevede quindi di costruire 1000 nuove abitazioni per un totale di 4000 nuovi abitanti.

Noi riteniamo che la città di Finale non possa reggere il carico di questi due interventi, già ora vi sono forti criticità per l’ impianto fognario, per l’ impianto idrico e per la mobilità e questi insediamenti intensivi rischiano di far collassare la situazione.

 

Il risanamento ambientale non passa per il cemento e ancora meno passa per questi nuovi insediamente progettati con l’ obbiettivo non di costruire case per residenti dando vita a nuovi quartieri ma di costruire piccolissimi appartamenti per seconde case. Quartieri dormitori che si accendono solo pochi mesi l’ anno durante i quali vanno in tilt le fogne, manca l’ acqua e muoversi in macchina diventa un incubo.

I progetti concludono l’ iter di due attività industriali centarie molto differenti fra di loro: nel caso della Piaggio questa industria garantisce ancora oggi lavoro alla comunità e questo debito di riconoscenza per l’ occupazione è stato riconosciuto dalla comunità finalese approvando il progetto sulle aree Piaggio.

Sebbene non riteniamo che le fabbriche debbano finzanziarsi le attività di ristrutturazione con la speculazione edilizia, nel caso della ex-cava Ghigliazza non esiste nemmeno questa motivazione.

La collettività non ha in questo caso debiti ma crediti perchè un territorio unico sotto il profilo naturalistico e archeologico è stato saccheggiato.

 

Noi riteniamo che non solo questo progetto debba scontare una Valutazione di Impatto Ambientale che tenga conto anche del progetto Piaggio per la prevenzione del danno ambientale; ma che per queste aree occorra un processo di Valutazione Ambientale Strategica, VAS, per confrontare l’interesse ambientale della collettività con gli interessi economici.

L’applicazione della VAS è finalizzata ad integrare in modo sistematico nel processo di programmazione le considerazioni di carattere sociale ed economico con un’adeguata considerazione del possibile degrado ambientale. La VAS completamenta e integra la VIA consentendo di valutare tutte le possibili alternative di realizzazione delle singole opere.

 

 

 

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