“La lotta alla mafia non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e, quindi, della complicità”
(P. Borsellino, Palermo, Chiesa di S. Domenico, 23 giugno 1992)
Le parole di Paolo Borsellino utilizzate a meno di un mese dalla sua morte nell’attentato di via D’Amelio, per ricordare l’amico e collega Giovanni Falcone ucciso trenta giorni prima, sono un punto di riferimento imprescindibile per la seconda edizione di Contromafie.
Le tre giornate romane (23-25 otttobre 2009) promosse da Libera, che costituivano la seconda edizione degli stati generali dell’antimafia, sono state infatti un’occasione di confronto, di incontro, di dialogo con quanti credono che la lotta alle mafie non sia delegabile soltanto agli organi preposti alla lotta al crimine. Repubblica ha riportato il papello della legalità.
Se infatti è vero che l’alternativa al sistema mafioso si costruisce con il diritto e la giustizia, allora occorre che i percorsi di promozione umana, di educazione alla legalità, di tutela dei diritti umani, di libera informazione, di economia pulita vengano rafforzati nel quadro dei diritti sanciti dalla Costituzione.
Così, dopo la mezza giornata introduttiva alla presenza del Presidente della Repubblica e di alte cariche dello Stato, la giornata centrale ha visto il lavoro serrato delle 2500 persone riunite a Roma in 17 gruppi tematici sotto la competente guida di esperti italiani e stranieri, giuristi, esperti di diritti umani, giornalisti, parenti di vittime di mafia, testimoni di giustizia, economisti…
I gruppi erano costruiti attorno a 6 parole chiave: libertà, cittadinanza, informazione, legalità, giustizia, solidarietà. Le 6 chiavi per costruire un sistema politico e civile alternativo a quello del crimine organizzato.
Contromafie ha ribadito fermamente che la lotta contro le mafie è una battaglia per la giustizia sociale. Le strade da percorrere perchè i favori diventino diritti, le illegalità siano vinte dalla legge, l’informazione e la cultura superino silenzi e omertà, l’economia sia al servizio dell’uomo, la solidarietà superi la prevaricazione del più forte non possono che essere politiche.
L’incoraggiamento di don Luigi Ciotti a sentire il “morso del più” (più coraggio, più impegno, più conoscenza, più responsabilità…) e a rispondere al bisogno di verità si tramuta dunque nel trovare “falde sane” a cui attingere energie per il rinnovamento politico.
Anche sul nostro territorio è nata l’ associazione Libera e invitiamo tutti a partecipare
Sabato 14 novembre alle ore 16,30 al teatro Chiabrera di Savona
all’evento
con la mafia non si tratta!
COME COSTRUIRE LA CULTURA DELL’ ANTIMAFIA OGGI
Gian Carlo Caselli e Giovanni Impastato, moderati da Adriano Sansa, interverranno in una tavola rotonda organizzata dal Coordinamento Provinciale di Libera Savona – in particolare dall’Associazione Don Beppe Diana, una delle realtà promotrici del Coordinamento – e dalla Libreria UBIK. Un evento in collaborazione con il Comune di Savona e l’Ufficio Scolastico Provinciale.